L’omino della Michelin compie 120 anni. Andiamo a conoscere la sua storia ed alcune curiosità sulla mascotte che tutti conosciamo. Da oltre un secolo è l’immagine simpatica e rassicurante degli pneumatici che hanno fatto dell’innovazione per la sicurezza di guida il loro punto di forza.

omino michelin

Ma dove e quando nasce l’omino Michelin? Soprattutto, cosa rappresenta il paffuto omino sorridente dalle sembianze di un goloso marshmallow bianco? In occasione dei 120 anni, in cui il Bibendum Michelin (è questo il suo vero nome ) ha cambiato molte volte aspetto e significato, ripercorriamo gli aneddoti più curiosi della storia dell’omino delle gomme Michelin. Il suo nome, Bibendum, significa letteralmente “Ora bisogna bere” e si rifà a un verso del poeta greto Alceo. Si utilizzava per esortare a festeggiare un lieto avvenimento o, comunque, a brindare con un buon bicchiere.

Omino Michelin: conoscete la sua storia?

Forse non tutti conoscono il lato artistico dell’icona degli pneumatici riconosciuta in tutto il mondo: è proprio all’estro artistico del cofondatore della Michelin, Édouard Michelin che si deve la nascita del Bibendum. Tale persona si è trovata a dover passare dalla sua più grande passione, la pittura, al dover gestire l’azienda della famiglia, specializata in componenti di gomma.
Quello che tutti gli automobilisti riconoscono come l’omino Michelin stampato sulla spalla degli pneumatici è nato nel 1894, all’Esposizione Universale e Coloniale di Lione. Vedendo una pila di pneumatici disposti artisticamente, Édouard Michelin esclamò: “Guarda, con un paio di braccia in più sembrerebbe un omino!”.

Le sue origini

Prima del 1901, veniva rappresentato solo fino al bust. Grandi nomi del mondo della pubblicità e dei manifesti, come Hautot, Grand Aigle, Riz, Cousyn e René Vincent, hanno dato il proprio stile e le proprie idee all’omino Michelin, sviluppando forme e design diversi.
Quando l’omino Michelin diventa un simbolo internazionale, nel 1920, diventa necessario uniformarne l’immagine. Così negli anni Venti, gli artisti dediti a Bibendum lavorano nello studio grafico Michelin e con un numero ben preciso di pneumatici come struttura per il corpo e forme definite nasce l’icona sorridente e rassicurante. Qualche anno più tardi riceverà il premio del miglior marchio al mondo. Negli stessi anni, il Bibendum era il titolo di un periodico edito dalla filiale italiana dell’azienda.
Prima di arrivare ai premi dei giorni nostri, però, l’evoluzione dell’omino Michelin ha seguito quella dell’auto. O, meglio, dell’immagine che affiancava i proprietari delle prime automobili. Ecco perché lo si vede in diverse raffigurazioni con monocolo, sigaro, anello con sigillo e gemelli. Con la diminuzione dei prezzi delle automobili, ormai più accessibili, l’omino Michelin abbandona gli accessori, diventando più democratico e l’amico di tutti gli automobilisti.

Nel 2000 la svolta ufficiale al più grande riconoscimento per l’identità del Bibendum. L’omino Michelin viene votato miglior logo di tutti i tempi dal Financial Times. Con l’occasione diventa un personaggio in 3D accompagnando la prima campagna pubblicitaria mondiale: Il giusto pneumatico cambia tutto”. Qualche anno più tardi, nel 2009, è comparso in un cortometraggio animato, dove ha interpretato un poliziotto che lavora, assieme ad una serie di Bibendum, per cercare di arrestare il criminale Mc. Donald. E’, inoltre, comparso in passato in alcuni fumetti di Asterix